LAURA BONAGURO
Architetto, Interior designer, concepisce la vita “dal cucchiaio alla città” (Ernesto Rogers 1952, Carta di Atene) sbattendo mestoli in testa e lasciando fuori ad aspettare chi si dimentica le chiavi. In mancanza di mattoni usa spesso parole avare di punteggiatura nella costruzione di progetti che le stanno a cuore; si occupa di Creatività e Comunicazione Visiva, scrive per diletto e mestiere, legge in modalità onnivora per avventura, coltiva l’insana passione di comporre proprie immagini con testi (e ne è felice perché ha trovato un bel po’ di matti che le danno ragione). Dis-amante dei formalismi però amante della vera forma come sostanza inculcatale dai Gropius e Behrens con cui ha avuto a che fare: Enzo Mari e Bruno Munari, non persegue la perfezione ma ha un debole quasi Zen per la qualità. È una ballerina mancata. Una pattinatrice mancata. Una illustratrice mancata. Una fotografa mancata. Un’attrice mancata… È la vita. La sua citazione preferita? Ut pictura poesis (Orazio). Che altro?