Cuori, I leporelli letterari
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Cuori, I leporelli letterari – A cura di Annamaria Lomolino e Cristiana Valente
Questo leporello letterario è una piccola scatola che, aperta, mostra qualcosa di molto prezioso… perché va all’origine del cuore… e lo fa attraverso le parole della poesia e della letteratura, e attraverso raffigurazioni uniche. Il Leporello Letterario è finalmente disponibile. Ogni copia è numerata e predisposta per una dedica. È possibile anche richiedere una copia personalizzata: perché le cose preziose vanno rese uniche.
Descrizione
Cuori, I leporelli letterari
- ISBN: 9788890599620
- Autori: Annamaria Lomolino e Cristiana Valente
- Illustrazioni: Giovanni Fassio
- Titolo: Cuori, I leporelli letterari
- Caratteristiche: libretto alla Leporello (a fisarmonica) a stampa gicléé. Copertina (cm 17 x 11,5) in carta pesante opaca fine art, titolo anche sul dorso. All’interno 20 fogli piegati a fisarmonica di cm 15 x 10 e così suddivisi: Colophon, frontespizio illustrato, sedici brevi frasi amorose accompagnate da altrettante stampe raffiguranti un cuore diverso, una carta bianca per dedica. Pagine non numerate e stampate solo sul recto.
- Maggiori informazioni: le 20 pagine, una volta dispiegate, misureranno cm 15 x 200. L’oggetto, assai decorativo, potrà essere incorniciato con mirabile effetto
- Condizioni del libro: nuovo.
- Peso: 92 gr
- Note: Con Leporello o Concertina si intende un libretto costituito da una striscia di carta più o meno lunga piegata a fisarmonica. Il termine deriva dall’omonimo personaggio del Don Giovanni di Mozart che, durante la famosissima aria “Madamina, il catalogo è questo”, recita l’elenco delle imprese amorose del padrone leggendo i nomi delle donne amate da un foglio piegato in forma di libro a soffietto.
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Giovanni Fassio
Artista
Email: info@fiorinaedizioni.com
Giovanni Fassio, pittore, (Genova 1951). Vive e lavora a Varzi, Pavia.Giovanni Fassio, artista
Ideatore e fondatore di Fiorina Edizioni. Dopo gli esordi a Portofino (1972) e Santa Margherita (1973) ha esposto a Milano una serie di chine policrome presentate da Ercole Patti, che in quell’occasione sottolineava la cura meticolosa e quasi ossessiva del segno teso a ritrarre pigiami, camicie, giacche. L’anno successivo impegnava il proprio discorso, tra l’ironico e il giocoso, in prove serigrafiche dal contenuto psicologico e dalla suggestività poppartistica. Dopo un periodo di inattività ha ripreso a raccontare, con lo stesso linguaggio grafico, gli oggetti e i personaggi della sua singolare osservazione, evolvendo verso considerazioni concettuali di specificità ambientale, che hanno come oggetto il corso del Torrente Staffora. Negli ultimi tempi, Fassio è tornato a cogliere gli aspetti piatti e cromaticamente violenti delle cose, anche riconsiderando i lavori del naturalista G. B. Verany, fondatore del Museo di Storia Naturale di Nizza, Francia.
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