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La fanciulla tartaruga - Maria Grazia Insinga

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La fanciulla tartaruga - Maria Grazia Insinga

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La fanciulla tartaruga. Viaggi ad alta voce, illustrazioni di Stefano Mura, Fiorina Edizioni, 2018.

Libro alla leporello imbastito artigianalmente "a fisarmonica", e stampato in numero limitato di copie firmate a matita dall'Editore.

"Un viaggio incantato e stupefacente tra natura e cultura, sul filo dell’allusione e della citazione dotta accanto all’aspetto godibilissimo del puro racconto e di un’iconografia particolarmente evocativa che dialoga e contrappunta finemente il testo. Un libro pieno di grazia, un piccolo scrigno custode di una storia preziosa."

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Informazioni Aggiuntive
Recensioni

Descrizione

Il volumetto è imbastito artigianalmente “a fisarmonica”, e stampato in numero limitato di copie firmate a matita dall’editore.

  • AUTORE: Maria Grazia Insinga
  • TITOLO: La fanciulla tartaruga, Viaggi ad alta voce
  • ILLUSTRAZIONI: Stefano Mura
  • COLLANA: Carnet - 1
  • EDIZIONE: Prima edizione settembre 2018
  • ISBN: 9788899868284
  • CARATTERISTICHE: carnet de voyage a leporello in stampa digitale su carta pesante opaca (250 gr), copertina rigida illustrata con titolo sul dorso. Interno: 12 carte (o fogli) di cm 15×20 stampate sul recto a fisarmonica (o zig zag), sei le tavole a piena pagina. Allegata all'interno del libro – inserita in apposita taschina fissata sulla terza di copertina – una cartolina di cm 13 x 19 con nota dell'autrice dal titolo Nostografia in versi, sinossi e biografie.
  • MAGGIORI INFORMAZIONI: Le 12 carte, dispiegate, misurano 240 cm. Libro oggetto stampato, imbastito e rilegato a mano in Italia.
  • CONDIZIONI DEL LIBRO: Nuovo.
  • PESO: 240 gr.
  • SINOSSI Un viaggio incantato e stupefacente tra natura e cultura, sul filo dell’allusione e della citazione dotta accanto all’aspetto godibilissimo del puro racconto e di un’iconografia particolarmente evocativa che dialoga e contrappunta finemente il testo. Un libro pieno di grazia, un piccolo scrigno custode di una storia preziosa.
  • MARIA GRAZIA INSINGA: Vive in Sicilia dove insegna Pianoforte presso le Acquedolci dell’Istituto G. Verga. Dopo la laurea in Lettere moderne e gli studi musicali, si dedica all’attività concertistica e al censimento, alla trascrizione e all’analisi dei manoscritti musicali del poeta Lucio Piccolo. Nel 2014 con il sostegno dell’Assessorato ai Beni Culturali di Capo d’Orlando, idea il Premio di poesia per i giovani La Balena di ghiaccio dedicato al poeta e psicoanalista Basilio Reale. Ha pubblicato tre libri di poesia: Persica (Anterem, 2015), Etcetera (Fiorina, 2017), Ophrys (Anterem, 2017).
  • STEFANO MURA: Vive in Lombardia. Dopo la laurea al Politecnico di Milano lavora come architetto. Si occupa di fumetti e illustrazione. Ha partecipato al RainBowie festival, ha pubblicato due storie a fumetti da E. A. Poe e A. S. Puškin (Menhir edizioni, 2017) e ha in preparazione un graphic novel.
  • NOTE: Con Leporello o Concertina si intende un libretto costituito da una striscia di carta più o meno lunga piegata a fisarmonica. Il termine deriva dall’omonimo personaggio del Don Giovanni di Mozart che, durante la famosissima aria “Madamina, il catalogo è questo”, recita l’elenco delle imprese amorose del padrone leggendo i nomi delle donne amate da un foglio piegato in forma di libro a soffietto.
  • LEPORELLI PER PASSIONE: scatole piccole per oggetti curiosi. Il Leporello è libro e non libro. Infatti, una volta dispiegate le sue pagine, assumerà le sembianze di un nastro volante, grazie al quale sorvolare paesaggi sempre meno familiari, fino a farsi reconditi e futuribili. Ali di carta assemblate a mano per un gioco talvolta mirabile come tanti granelli di sabbia sospinti dal vento all’insegna di parole e segni provenienti di lontano, lo sguardo curiosamente rivolto verso un mondo in profonda trasformazione.

Informazioni aggiuntive

1 recensione per La fanciulla tartaruga - Maria Grazia Insinga

  1. Ranieri Teti

    Un’opera accesa. Un’ascesa. Polifonica. Tanto evocativa, immaginifica e aperta nella costruzione, quanto precisa e decisamente radicale nella scelta del lessico. Tanto perturbante nei temi quanto essenziale nelle parole.  Come se il bordo bianco del “leporello” che la ospita fosse la presa del respiro prima dell’apnea in cui ci trascina Maria Grazia Insinga, oppure la cornice ideale per le immagini di Stefano Mura, colorate di sogno, della parte più con- creta e insieme fantastica del sogno. Questa preziosa e curatissima edizione di Giovanni Fassio non contiene premesse né testi esplicativi: sono in tutto bastevoli parole e segni. 

    “La fanciulla tartaruga” è coerente con gli intendimenti che da tempo sono distintivi dell’autrice, che scrisse di sé, molto prima di questa pubblicazione: “quando la notte scuote le ossa, oscillo come una scultura di Calder contigua al cosmo per divina differenza e mi espando, discontinua. (…) È in questo percorso che la parola sancisce la sua definitiva volontà a distaccarsi dal noto per rivolgersi all’ignoto irresistibile, alla sua musica, alla residua flagranza della luce, alla porta azzurra”.

    Proprio così, in questo libro il cosmo esprime una musica irresistibile, tradotta in parole. Succede che un sogno si incarni nel testo. Siamo di fronte a una miniera stellare, a una favola in prosa poetica, scritta con il linguaggio sovversivo della poesia quando dimostra di essere pura grandezza. Tutto ha il suono di una lontananza, qui tutto diventa viaggio, dove la curvatura spazio-tempo diventa la curvatura del pensiero. Da un punto di vista stilistico, la quasi completa assenza di punteggiatura, brillando solo la presenza di alcuni punti interrogativi o esclamativi, rafforza la considerazione che Insinga sia riuscita a incidere nel corpo del testo la forma viva di un’euforia linguistica.

    Ne sono testimonianza i cambi di carattere, tra il corsivo e il tondo, in cui fatalmente si percepisce la differenza tra narrato sotteso e pensiero, come tra un frammento di finissima filigrana e un tutto, nell’idea che si costituisce come generativa della storia. Sì, è una storia, quella di una fanciulla lasciata sola, di una tartaruga attraversata da una freccia, di un gatto filosofico, in cui vorticosamente si viaggia da fermi, si viaggia “ad alta voce” partendo dalla “biblioteca delle meraviglie”, con tutto il sapere che contiene. Dove letteratura e geografia si fondono, dove citazioni e luoghi si confondono. 

    È prosa, è poetica e, talmente avveniristica e inaudita, che arriva da un preciso futuro e allo stesso tempo da un improbabile e irrealizzabile giorno: il 29 febbraio 2027.

    Recensione riportata su Trasversale

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