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Caserza, poesie per Fukushima e pesci nucleari

di Alessandra Pacelli

La vis sarcastica Guido Caserza la sprigiona sin dal titolo Fukushima DaiIchi Nuclear Fish (Fiorina edizioni, euro 28); le sue colte frequentazioni le denuncia nel sottotitolo quando parla di «madrigali haiku»; la sfrenata fantasia la concretizza nella collaborazione con Giovanni Fassio che accompagna le poesie con disegni di «pesci al plutonio» bizzarri e bellissimi, apparizioni di altre galassie marine che innestano nelle mostruose creature abissali contaminazioni antropomorfe, ironie di battiti di ciglia, sorrisi dentati ora famelici ora seduttivi.

Fukushima - Tra sarcasmo e visioni oniriche il poeta si ispira al disastro della centrale atomica nipponica

La veste grafica è raffinatissima: si tratta di un libro d'arte firmato a mano dall'editore, un leporello che si dispiega in più di quattro metri di lunghezza, come se la narrazione del disastro della centrale atomica giapponese, benché mitigata dalla forma lirica, avesse bisogno di una visualizzazione senza l'interruzione della pagina classica, scorrendo inve ce libera secondo un impulso onirico.

E Caserza registra le alchimie distruttive/radioattive che riplasmano la vita in allucinate fascinazioni di pesci che qui diventano topoi contemporanei, icone di disagio, allegorie di un barocco quotidiano che tutto degrada. «Metà fanciulla ed il resto serpente/ l'androgino Echidna/ sotto il sabbione di ogni guizzo stanco/ passa vespro e squille: morte l'ha chiuso/ e l'uomo che lo vede/ per terribile somiglianza muore».

Anche l'eros viene rimodulato in sorprese allucinatorie, mentre prendono vita forme e incubi che oscillano tra fiaba e tragedia, magheggio e chimica feroce, esplodendo (questo sì, per davvero) in atomica bomba che nulla più ha di simbolico: «Degenerando da forma a sostanza/ per terribile ordigno/ in poca vita scema/ quel Loch Ness da 2 soldi». E in una nota Marco Berissio, cogliendone tutta la carica di inquietudine, parla di «mutazioni ittiche che trasformano il familiare in perturbante».

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