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Leporello sulla Beccaccia

La prossima disponibilità di un leporello che si propone come base per una diversa "forma mentis" sulla beccaccia. Cos’è un leporello? È un libretto (o album) originale, ma non nuovo: ha una lunga tradizione in Europa (dal IX secolo, soprattutto di produzione tedesca, ma anche in epoca vittoriana) ed in Oriente per trascrizioni di scritture buddiste e nel mondo islamico dal XVI secolo come album a margini preziosamente istoriati da grandi maestri. In pratica è formato da un’unica striscia di carta ripiegata a fisarmonica.

Il termine "Leporello", non rinvenibile sui vocabolari della lingua italiana, deriva dall’omonimo personaggio del Don Giovanni di Mozart che, durante la famosissima aria "Madamina, il catalogo è questo" recita l’elenco delle imprese amorose del padrone leggendo i nomi delle donne amate da un foglio piegato in forma di libro a soffietto! Nel nostro caso consta di circa 25 pagine, di piccole dimensioni (15 x 10 cm), stampate in digitale su carta pesante su un solo lato, in cui il testo scorre inframmezzato o alternato o sottolineato da una iconografia molto curata. È un prodotto di nicchia che "Fiorina Edizioni" rilancia oggi con l’ambizione di realizzare un "catalogo" ampio e vario che ne rispetti la versatilità.

Perché un leporello sulla Beccaccia?

Ma perché un "leporello" sulla beccaccia? Dal 2009 sono uscite alcune importanti, voluminose, aggiornate ed esaurienti opere su questa specie di grande interesse venatorio, che ne hanno sviscerato tutti i particolari morfologici, eco-etologici, gestionali ecc., molti dei quali dovuti a ricerche recenti, supportate da nuove, intriganti tecniche (es. teletrasmettenti satellitari, isotopi dell’idrogeno, DNA...). Ne sono stati Autori noti studiosi della materia quali Jean-Paul Boidot, Charles Fadat, Yves Ferrand, François Gossmann, Silvio Spanò...

A questo punto non si può negare il bisogno di una sintesi... ma non solo! È comunque strano, se non addirittura arrogante proporre una sintesi di sole 25 paginette a fronte di una sola delle suddette opere! In effetti non questo vuol essere, soprattutto perché si rivolge ad un pubblico in gran parte diverso! Non sono i "soliti" cacciatori specialisti, raffinati e acculturati, che probabilmente la snobberanno o semplicemente penseranno "Spanò sta diventando vecchio!".

Infatti l’approccio vuol essere diverso, vuole contattare altre persone ponendo come oggetto "un essere vivente" - la Beccaccia per se stessa - con la sua fantastica e incredibile esistenza e la conseguente capacità di attrarre l’immaginario nelle molteplici attività culturali umane. Una creatura come "monumento vivo" cui molti di noi devono molto, almeno psicologicamente (ma non solo), per un omaggio cui non bastano "tecniche di laboratorio", ma un profondo senso di rispetto. In realtà vuole riscattare la "Beccaccia preda", sublimandola in una sorta di "Beccaccia simbolo", doveroso riconoscimento di quello che è e rappresenta nell’ecosistema, ma anche di quello che è, ed è stato, elaborato dall’animo umano e dall’abilità di esprimerlo nelle infinite forme realizzabili.

Verosimilmente, proprio per la sua stringatezza intrinseca, questo "leporello" dovrebbe esser seguito da altri che si inserirebbero nel titolo del lavoro, "Dall’ornitologia all’Immaginario", approfondendone i singoli passaggi e i diversi aspetti, scivolando da un necessario rapido inquadramento tecnico-scientifico a quello più propriamente immaginifico. Chi fosse interessato a supportare questa iniziativa può visionare il prodotto a questa pagina.

Fonte articolo: giornaledellabeccaccia.it

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