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Presentazione dei leporelli a "Spazio E"

Di Stefano Mura - Presentazione a Spazio E (ex Atelier Chagall)

 
Domenica 21 ottobre 2018, presso la galleria d’arte contemporanea “Spazio E”, si è svolta la presentazione di due leporelli editi da Fiorina edizioni: La fanciulla Tartaruga e Il ponte di Genova, entrambi illustrati da Stefano Mura.

“La fanciulla tartaruga”, favolesìa scritta da Maria Grazia Insinga, comincia il suo viaggio ad alta voce dal Naviglio Grande di Milano. Il testo è stato letto dall’attore Alessandro Baito. Le illustrazioni di Stefano Mura sono state il filo conduttore di un itinerario all’interno del racconto, allo stesso modo in cui la fanciulla viene guidata dal bibliotecario Cosimo alla scoperta di mondi e città nuovi ed affascinanti.

Il racconto della “fanciulla” visto come romanzo di formazione, dove un’anima curiosa e desiderosa di viaggiare scopre il mondo, e trova nel libro e nella saggezza della tartaruga gli strumenti e le guide per questa conoscenza. “Opera aperta”, come ama definirlo l’autrice, La fanciulla tartaruga vive una propria nuova vita nell’esperienza della lettura, dove si arricchisce di nuovi significati grazie alla libertà che l’assenza di punteggiatura offre a chi legge.

Le illustrazioni di Stefano Mura sono state ponti tra un pubblico molto attento ed un testo affascinante, grazie alla puntualità dei riferimenti uniti alla libertà d’interpretazione. Il linguaggio figurativo e realistico delle immagini ha dato forma visibile ed amichevole a concetti come la libertà, la cultura, la crescita, il viaggio.

Con Il Ponte di Genova Stefano Mura ha dato forma ad un pensiero attraverso il disegno, senza alcun testo scritto. La linea orizzontale del ponte offre due chiavi di lettura: quella orizzontale, dove si svolge la vita del ponte stesso; quella verticale, dove la vita del ponte entra in relazione stretta con quanto accade sotto l’impalcato stradale dove si trovavano le case, le fabbriche, le ferrovie, la città di Genova. Il segno rapido ed immediato è quello degli appunti, stesi su un carnet de voyage.

Un’immediatezza che non distoglie lo sguardo di chi osserva da alcuni problemi ed accadimenti fondamentali, pur articolando il racconto attraverso numerosi dettagli. Un racconto disegnato dove il vuoto ed il silenzio sono intervallo e preludio ad una tragedia che giunge improvvisa, con la fine delle vite di tante persone e del ponte stesso, osceno fantasma oggi incombente su case ormai disabitate.

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